Il primo motivo per cui scioperare

Sull’ipotesi del contratto nazionale di lavoro del Comparto Sanità uno degli argomenti più importanti risulta essere la declinazione dei nuovi orari di lavoro.

Il personale impegnato nelle attività di urgenza, nella turnistica e nelle sale operatorie o comunque di interventistica non avranno più diritto alle tutele previste dall’articolo 7 del decreto legislativo 66/2003; sostanzialmente la deroga permanente del diritto al riposo di 11 ore tra un turno e l’altro.

Scandalosa poi la possibilità di portare fino a 48 ore l’orario di lavoro settimanale e protrarre questa cosa fino a 12 mesi.

Questa parte del contratto, chiesta dai datori di lavoro, sta per essere sottoscritta da rappresentanti sindacali che non hanno mai vissuto una corsia d’ospedale.

Questo DEVE essere UNO DEI MOTIVI per aderire e partecipare allo sciopero del 23 febbraio 2018.

Nei prossimi giorni altre motivazioni per cui aderire alla nostra protesta.

Sciopero nazionale 23 febbraio 2018

NOTA STAMPA

 NURSIND – PROFESSIONI INFERMIERISTICHE

CONTRATTO SANITA’, NURSIND: NOSTRO SCIOPERO SPOSTATO AL 23 FEBBRAIO, PROTESTA UNITARIA CON DIRIGENZA 

 

Roma, 1 febbraio – Nel rispetto della disciplina della commissione di garanzia che regolamenta gli scioperi, in seguito alla mobilitazione nazionale della dirigenza sanitaria spostata dall’8-9 febbraio al 23, il NurSind nella tarda serata di ieri ha accettato di convergere sulla stessa data per la sua protesta nazionale: anche gli infermieri, quindi, incroceranno le braccia il prossimo 23 febbraio. “Cambia la data, ma non le ragioni e le finalità del nostro sciopero – spiega Andrea Bottega, segretario nazionale NurSind – Il 26 febbraio, giorno da noi scelto per astenerci dal lavoro, infatti, risultava troppo ravvicinato a quello individuato dai camici bianchi. Abbiamo quindi deciso di coalizzare il dissenso verso le politiche sanitarie di questo governo unificando la data della nostra protesta. Dirigenza e comparto sanità dunque saranno compatti il prossimo 23 febbraio per dire no a un rinnovo contrattuale che si preannuncia peggiorativo rispetto al precedente”.

Comunicato NAZIONALE 24 Gennaio 2018

Oggi, 24 gennaio 2018, Nursind ha dichiarato formalmente lo stato di agitazione del personale del comparto sanità e chiesto al Ministero del Lavoro di svolgere il tentativo di conciliazione e di raffreddamento al fine di manifestare il disagio della categoria infermieristica che non troverà soluzione all’interno di questo contratto di lavoro.

“Abbiamo intenzione di passare dalle parole ai fatti – spiega Andrea Bottega segretario Nazionale Nursind – in quanto gli infermieri italiani sono stanchi di subire aggravi di responsabilità e di carico di lavoro senza vedersi riconosciuto adeguatamente un trattamento economico e normativo contrattuale degno della professionalità acquisita e del percorso di studi effettuato.”

L’altra sera nella trasmissione “PresaDiretta” di Rai3 abbiamo visto quanto gli infermieri italiani godano di ottima considerazione all’estero, ribadendo che sono dei gran lavoratori e molto preparati oltre che attenti alla relazione con i pazienti.

Solo lo Stato italiano sembra non essere disponibile a riconoscere la professionalità che altri apprezza pagandola adeguatamente. Lo deduciamo dal mancato stanziamento di risorse per il contratto del comparto sanità e per il mancato finanziamento della RIA (retribuzione individuale di anzianità) nella legge di bilancio 2018. Non c’è la volontà, inoltre, di finanziare l’indennità di professione infermieristica di cui chiediamo il ripristino.

“Abbiamo dichiarato lo stato di agitazione della categoria – continua il Nursind – perché il Comitato di settore delle regioni per la sanità (i nostri datori di lavoro) sta predisponendo l’atto di indirizzo che dovrebbe ri-finanziare per il 2018 il contratto in discussione. Chiediamo che le risorse siano vincolate prioritariamente a lenire i disagi organizzativi degli infermieri (lavoro a turno, rispetto dell’orario europeo di lavoro, valorizzazione dei coordinamenti, adeguamento economico delle indennità, sblocco della mobilità interaziendale, …) e a valorizzare la professione con un percorso di carriera stabile e non precario.”

La prospettiva di uno sciopero nazionale si fa sempre più realistica considerato che il rischio che corrono gli infermieri è quello di avere un contratto peggiorativo rispetto all’attuale. Il dissenso poi passerà dalle corsie alle urne considerato che i lavoratori dovranno esprimersi sui finanziamenti decisi dal governo nazionale e regionale e sulle scelte delle organizzazioni sindacali che siedono al tavolo (tra cui c’è anche Nursind) e che ad Aprile andranno al rinnovo delle RSU.