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Dichiarato lo Stato di Agitazione

Nursind dichiara lo stato di agitazione per le novità previste dalla Legge di Bilancio 2024
Il segretario provinciale di Nursind Vicenza, Andrea Gregori: “Quella che ci accingiamo a subire è l’ennesima deriva verso la privatizzazione del sistema salute, ai danni di sanitari e cittadini”

Vicenza, 8 novembre 2023. “L’art. 32 della nostra Costituzione recita testualmente: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”, ma dalle anticipazioni della Legge di Bilancio 2024 sembra che queste sacre enunciazioni vengano drammaticamente rimaneggiate, voltando le spalle ai lavoratori del settore e, di conseguenza, ai cittadini”. Con queste parole il segretario provinciale di Nursind Vicenza, Andrea Gregori, commenta la situazione che verrebbe a crearsi allorché il testo di Legge di Bilancio 2024 venisse approvato così com’è stato strutturato.
“Alla luce di questa situazione la Segreteria nazionale Nursind ha dichiarato lo stato di agitazione del personale infermieristico. Le motivazioni che porteranno ad un eventuale blocco delle attività – spiega il segretario Gregori – sono da ricercarsi nella Legge di Bilancio 2024, in cui ancora una volta le promesse della politica non solo non trovano riscontri, ma peggiorano una situazione già di per sé precaria”.
In particolare, nel testo provvisorio della Legge di Bilancio 2024, gridano vendetta due aspetti: il primo che penalizza fortemente, sotto il profilo del trattamento economico pensionistico, tutti i professionisti sanitari assunti tra gli anni ‘80 e ’90, il secondo in quanto il finanziamento previsto per i rinnovi contrattuali risulta assolutamente insufficiente a far fronte al tasso di inflazione reale esistente nel Paese.
“Una situazione che denota chiaramente la mancanza di volontà della classe politica in carica di affrontare i problemi – prosegue il segretario Gregori – proponendo soluzioni accettabili e pragmatiche. Inoltre, al quadro prospettato si aggiunge una condizione lavorativa che in entrambe le Ulss del Vicentino sta portando allo stremo i professionisti della salute nelle strutture pubbliche, con inevitabili ricadute sui cittadini utenti di un servizio essenziale per la collettività”.
“Nei prossimi giorni ci sarà il tentativo di conciliazione al Ministero, i cui esiti sono molto incerti – sottolinea il segretario Gregori – perché al di là delle promesse è necessaria una reale inversione di rotta su una Legge di Bilancio che rischia di essere la pietra tombale sui professionisti sanitari del pubblico impiego. È fuori di dubbio che la strisciante deriva verso la privatizzazione del sistema salute in Italia ha per complice una politica che mira a sfibrare la resistenza dei sanitari impegnati quotidianamente per la salute dei cittadini”.

Manovra, Nursind in stato d’agitazione su norma pensioni e risorse contratto

Il segretario Bottega: “Il ricalcolo è inaccettabile per una categoria già ridotta al lumicino”. Sui fondi per il rinnovo del Ccnl: “Briciole, un finanziamento che riesce a mala pena a coprire l’anticipo della vacanza contrattuale”

“Non si cambiano le regole del gioco a partita in corso. Il ricalcolo delle pensioni retributive contenuto in manovra è inaccettabile per una categoria che è già ridotta al lumicino e a cui la nuova norma darà solo il colpo di grazia, incentivando ancora di più la fuga di infermieri o verso nuovi lavori o fuori confine”. Con queste parole Andrea Bottega, segretario nazionale del Nursind, annuncia la decisione presa dal Consiglio nazionale di proclamare lo stato d’agitazione. “Lo spiraglio aperto dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, non basta a tranquillizzarci. Se il Governo non tornerà sui suoi passi – prosegue Bottega – siamo pronti allo sciopero. Non è accettabile che un infermiere assunto per esempio nel ’92 arrivi a perdere, secondo le nostre stime, circa 6mila euro lordi all’anno di pensione”.

Si tratta di “una cifra enorme, considerando lo stipendio medio di un professionista – rimarca il segretario -. Senza contare che un cambio di regime previdenziale così improvviso non darebbe neppure il tempo di ragionare su una exit strategy. L’unico effetto che produrrebbe, questo sì, è di accelerare ancora di più gli addii in seno alla categoria. Col rischio per l’Italia di ritrovarsi con circa 13mila infermieri in meno, come sostiene la Fnopi“.

“La nostra protesta – aggiunge – però non riguarda solo gli assegni previdenziali, ma anche le risorse stanziate in legge di Bilancio per i rinnovi contrattuali, del tutto insufficienti a una piena valorizzazione della professione. Siamo di fronte, infatti, a un finanziamento che riesce a mala pena a coprire l’anticipo della vacanza contrattuale che percepiremo a dicembre. In una parola: briciole”.
In conclusione, “non c’è alcuna prospettiva di migliorare le condizioni lavorative ed economiche degli infermieri né di coprire il turnover e potenziare la sanità territoriale”, conclude Bottega.

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💚 RELATORI

Luigi Pais dei Mori: Consigliere del Comitato Centrale della FNOPI

Piombo Denis: Presidente OPI Rovigo

Bottega Andrea: Segretario Nazionale NurSind “Il Sindacato delle Professioni Infermieristiche”

Busatto Barnaba: Legale NurSind

Paesante Stefano: Commercialista NurSind

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Sanità: il Veneto cala in classifica

Certificata la discesa del sistema non ci resta che ringraziare tutti i partiti del consiglio regionale. Tutti, compresa una opposizione, che ha lasciato fare. Testimonianza ne sono le inesistenti interrogazioni poste in aula.

Non risulta infatti, da parte del maggior partito di opposizione nessuna interrogazione in merito a:

  • Liste di attesa per i pazienti;
  • Medicina del territorio sguarnita di guardie mediche e medici di medicina generale;
  • Situazione del personale delle strutture ospedaliere.